Da quando ho avuto la capacità di tenere in mano matite e colori nella mia primissima età, ho capito che la mia vita avrebbe avuto solo un percorso, quello della ricerca artistica che ho portato avanti prima nella scelta degli studi (Liceo artistico e Accademia di Belle Arti a Firenze, dove mi sono laureata con il massimo dei voti), ed in seguito con la professione di artista e docente di Design in un Liceo Artistico Italiano. L’esperienza scolastica fiorentina mi ha portato ad una decisa maturazione culturale, tecnica ed espressiva, che mi ha indotto a manifestare una specifica attenzione nei confronti dell’immagine. Al centro di tutto il mio lavoro c’è sempre stata la donna e l’universo femminile al quale appartengo, la donna protagonista assoluta di ogni scena, meditativa, assorta e osservatrice silenziosa.
Nei primi lavori poteva non comparire direttamente, ma la sua presenza era evocata dagli indumenti appoggiati, così come facevo da studentessa, al cavalletto o sospesi in aria e circondati dall’azzurro del cielo. La figura non era mai rappresentata integralmente ma attraverso particolari, dettagli descritti realisticamente ma circondati da un alone di mistero. Forti i colori e forti i contrasti cromatici. Gli indumenti erano i miei, scarpette, vestiti… Altro elemento centrale fin dai primi lavori è sempre stato il cielo che inizialmente appariva spesso cosparso di brandelli di nuvole attraverso le quali apparivano squarci di azzurro.
Fin da allora lo sguardo delle mie donne è sempre stato nascosto dai capelli o dalla posizione reclinata del capo. Ho sempre temuto che l’offerta dello sguardo potesse privarle della loro interiorità, della loro essenza – anima. Nessun riferimento alla contemporaneità, nessun richiamo temporale se non le pietre, sassi, testimoni silenziosi dell’eternità. Talvolta compariva la natura, splendida, selvaggia, non domata dall’uomo e immancabilmente comparivano i teli, “quinte” drappeggiate mosse dal vento e veli leggeri (teli onirici) che coprendo lo sguardo si incaricano di diventare “nascondigli dell’anima”.
Ogni immagine è senza tempo ed anche le donne, abbandonate le amiche modelle, diventano sempre di più idealizzate, esempi di purezza, come puro appare il cielo intorno e la natura incontaminata nella quale immergersi e penetrare nel profumo dei fiori, nei suoni dei canti degli uccelli, nel fruscio delle foglie accarezzate da brezze leggere: questo è il tempo delle mostre "Parole dipinte", nelle quali il motore delle emozioni si manifesta accanto ai dipinti, sono le parole, poetiche, forti, intense, contemporanee o lontane nel tempo. Le suggestioni delle parole si traducono in immagini in cui le donne, baciate dal sole si nutrono delle emozioni che la natura offre, stupite ed appagate dalle meraviglie che le circondano. Delicatamente si aprono le palpebre e compare lo sguardo, forse perché quanto le circonda è meritevole di essere visto, una raggiunta sicurezza allontana le paure del passato.
Si crea una dimensione ideale, una realtà parallela nella quale immergersi staccando i piedi da terra. Anche l’acqua compare, ma non l’orizzonte, è acqua come cielo dove immergersi senza toccare terra. Nel 2011 con le mostre dedicate agli "Haiku" nasce una nuova fase in cui le sensazioni suscitate da brevissimi componimenti poetici che in soli tre versi colgono un attimo di vita, si traducono in frammenti gioiosi al cui centro c’è la natura, così come la natura è protagonista assoluta degli haiku giapponesi, è la natura primigenia, senza che l’uomo la abbia alterata. Ogni immagine è l’istantanea di una emozione, un attimo cristallizzato che ha preso vita da parole che senza passare per la testa sono arrivate dirette al cuore.
Successivamente, una nuova fase del mio lavoro mi ha poi portato a sperimentare, attraverso tecniche digitali e video, la narrazione di nuove storie che grazie alla conoscenza di nuovi mondi e culture che da sempre incontro nei miei viaggi, mi ha portato ad elaborare nuove creazioni emozionali sollecitandomi a sperimentare, oltre alla pittura, al disegno ed all'incisione, nuove forme di espressione per rendere ogni mia creazione un qualcosa di unico ed irripetibile che trasmetta l'essenza del mio "fare arte".
L'ultimissima fase del mio lavoro, quella attuale, mi porta ad affrontare tematiche per me davvero fondamentali come la condizione femminile, in un momento storico come quello attuale che ci vede protagoniste e vittime di violenze inaudite, ed altre tematiche sociali, come quelle dei migranti. La mia ultima personale, da poco terminata, dal titolo "Io e altre" ha avuto proprio come tema centrale il mio impegno sociale in difesa delle cause femminili.
Come essere umano e come artista non ho mai chiuso gli occhi di fronte ai drammi umani che quotidianamente incontro nella mia strada. Per molto tempo, nella mia produzione artistica ho tenuto dentro di me la sofferenza che il mondo mi produceva. Poi le cose sono cambiate. Non c'è una data di inizio al mio cambiamento artistico, si è trattato di una graduale trasformazione: penso che un'artista che viva il suo tempo non possa scappare dalla realtà che la circonda. Sento la necessità e la responsabilità di impegnarmi per trasmettere messaggi per diffondere quanto sta accadendo intorno a me. Le ingiustizie sociali, le discriminazioni politiche, sessiste e razziali sono battaglie da combattere, pacificamente, con la forza delle idee e delle azioni che ognuno di noi, nel proprio campo d'azione e con i propri mezzi può fare.
Io lo faccio attraverso l'arte.
Chiudi Biografia